
Verena Poloni
Anticipazione dei dati sulla popolazione della provincia di Treviso al 31 dicembre 2023
Al 31 dicembre 2023, la popolazione residente nella Provincia di Treviso ammonta a 878.545 residenti, 2.430 in più rispetto al 2022 (+0,28%). Mentre a livello nazionale si riscontra un declino demografico avviatosi dal 2015, che mostra una diminuzione - anche per l'ultimo anno - seppur soltanto dello 0,01%, nel territorio trevigiano la consistenza dei residenti è in aumento.
Possagno è il comune che ha registrato l'aumento percentuale più rilevante dei residenti rispetto all'anno precedente (+1,82%), insieme a Silea (+1,33%) e Segusino (+1,00%); i comuni con la diminuzione più rilevante sono invece Cison di Valmarino (-4,75%), Gorgo al Monticano (-3,46%) e Meduna di Livenza (-3,35%).
La slide elaborata dall’Ufficio di Statistica della Provincia di Treviso è un'anticipazione di dati provvisori del Bilancio demografico e della popolazione per età, pubblicati da Istat il 29 marzo 2024. Come comunicato da Istat: "Il processo di consolidamento si conclude a circa 11 mesi di ritardo data con la validazione dei dati del bilancio annuale e con l’allineamento con i risultati del Censimento permanente della popolazione". Pertanto i dati definitivi, per l’anno 2023, saranno pubblicati da Istat a dicembre del corrente anno.
La nota sintetica per intero, negli allegati al seguente link
Istat: Rapporto annuale 2024
La trentaduesima edizione del Rapporto annuale sulla situazione del Paese traccia un bilancio degli effetti dell’emergenza sanitaria sulla società e sull’economia nel momento del suo superamento.
Istat: Nota mensile n. 3-4/2024
Nella prima parte del 2024 l’economia internazionale ha continuato a mantenere un buon ritmo di crescita. L’inflazione ha decelerato più rapidamente del previsto e le condizioni del mercato del lavoro sono rimaste solide.
Le stime preliminari relative alla crescita del Pil italiano nel primo trimestre dell’anno segnalano un aumento dello 0,3%, la terza variazione positiva consecutiva. La componente nazionale (al lordo delle scorte) ha contribuito negativamente mentre quella estera netta ha fornito un apporto positivo.
Tra dicembre 2023 e febbraio 2024 le esportazioni di beni in valore sono rimaste stabili, mentre le importazioni sono calate complessivamente del 4,8%. Tali andamenti hanno determinato un ulteriore miglioramento del saldo commerciale dell’Italia, tornato positivo da fine 2022.
A marzo, si conferma la crescita dell’occupazione che coinvolge sia gli uomini sia le donne e gli individui di tutte le età, fatta eccezione per i 35-49enni. Per posizione professionale l’occupazione cresce tra i dipendenti, permanenti e a termine, e tra gli autonomi.
La dinamica dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), nei primi quattro mesi del 2024, ha oscillato intorno all’1,0% (+0,9% in aprile, secondo i dati provvisori). E’ continuata la flessione della componente dei beni energetici (-12,0% in aprile) e dei beni alimentari (+2,6% in aprile, dal +5,6% di gennaio).
I risultati delle rilevazioni sul sentiment di consumatori e imprese mostrano in aprile un peggioramento. Dopo il recupero di marzo, la fiducia delle imprese ha segnato un calo diffuso a tutti i comparti e quella dei consumatori, confermando la flessione di marzo, ha toccato il valore più basso da novembre 2023.
Istat: Produzione industriale - marzo 2024
A marzo 2024 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisca dello 0,5% rispetto a febbraio. Nella media del primo trimestre si registra un calo del livello della produzione dell’1,3% rispetto ai tre mesi precedenti.
L’indice destagionalizzato mensile cresce su base congiunturale solo per l’energia (+1,7%); diminuiscono, invece, i beni intermedi (-0,1%), i beni di consumo (-0,6%) e i beni strumentali (-3,8%).
Al netto degli effetti di calendario, a marzo 2024 l’indice complessivo registra una flessione in termini tendenziali del 3,5% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 21 contro i 23 di marzo 2023). Il calo interessa tutti i principali comparti: la riduzione è modesta per l’energia (-0,1%) e i beni intermedi (-1,8%) mentre risulta più rilevante per beni di consumo (-4,6%) e i beni strumentali (-5,7%).
I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali maggiori sono la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+4,8%), la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+4,4%) e la fabbricazione di prodotti chimici (+3,2%). Le flessioni più ampie si registrano nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-9,3%), nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-8,8%) e nella fabbricazione di macchinari (-5,9%).
Gli aspetti metodologici connessi al cambio base degli indici sono illustrati nella Nota Informativa, diffusa il 20 marzo 2024.
Banca d'Italia: L'economia italiana in breve – maggio 2024
Pubblicato il rapporto statistico mensile della Banca d'Italia relativo ai principali indicatori economici italiani con dati aggiornati ad aprile 2024.
Istat: Commercio al dettaglio - marzo 2024
A marzo 2024 si stima, per le vendite al dettaglio, una variazione congiunturale nulla in valore e un lieve calo in volume (-0,1%). Sono in lieve aumento le vendite dei beni alimentari (+0,2% in valore e +0,1% in volume) mentre quelle dei beni non alimentari sono in diminuzione (-0,3% in valore e in volume).
Nel primo trimestre del 2024, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio sono stazionarie in valore e subiscono una flessione in volume (-0,4%). Le vendite dei beni alimentari non registrano alcuna variazione in valore e diminuiscono in volume (-0,6%) mentre le vendite dei beni non alimentari calano sia in valore sia in volume (rispettivamente -0,1% e -0,2%).
Su base tendenziale, a marzo 2024, le vendite al dettaglio aumentano del 2,0% in valore e dello 0,3% in volume. Le vendite dei beni alimentari crescono del 6,4% in valore e del 3,6% in volume, mentre quelle dei beni non alimentari diminuiscono sia in valore (-1,5%) sia in volume (-2,0%).
Per quanto riguarda i beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali eterogenee tra i gruppi di prodotti. L’aumento maggiore riguarda i Prodotti di profumeria, cura della persona (+4,3%), mentre registrano il calo più consistente Utensileria per la casa e ferramenta (-7,5%).
Rispetto a marzo 2023, il valore delle vendite al dettaglio è in crescita solo per la grande distribuzione (+6,1%), mentre risulta in calo per le imprese operanti su piccole superfici (-1,5%), le vendite al di fuori dei negozi (-2,6%) e il commercio elettronico (-2,4%).
Si riducono i redditi reali per l’inflazione
Nel 2023, il 22,8% della popolazione è a rischio di povertà o esclusione sociale: valore in calo rispetto al 2022 (24,4%) a fronte di una riduzione della quota di popolazione a rischio di povertà, che si attesta al 18,9% (da 20,1% dell’anno precedente), e di un lieve aumento della popolazione in condizione di grave deprivazione materiale e sociale (4,7% rispetto al 4,5%).
Nel 2022, il reddito medio delle famiglie (35.995 euro) aumenta in termini nominali (+6,5%), mentre segna una netta flessione in termini reali (-2,1%) tenuto conto della forte accelerazione dell’inflazione registrata nell’anno.
Nel 2022, il reddito totale delle famiglie più abbienti è 5,3 volte quello delle famiglie più povere (era 5,6 nel 2021).
Istat: Occupati e disoccupati - marzo 2024 (dati provvisori)
A marzo 2024, rispetto al mese precedente, aumentano gli occupati e gli inattivi, mentre diminuiscono i disoccupati.
L’occupazione cresce (+0,3%, pari a +70mila unità) per uomini e donne, per dipendenti e autonomi e per tutte le classi d’età a eccezione dei 35-49enni che registrano un calo. Il tasso di occupazione sale al 62,1% (+0,2 punti).
Similmente, il numero di persone in cerca di lavoro diminuisce (-2,8%, pari a -53mila unità) per entrambi i generi e in ogni classe d’età tranne per i 35-49enni. Il tasso di disoccupazione totale scende al 7,2% (-0,2 punti), quello giovanile al 20,1% (-2,3 punti).
La crescita del numero di inattivi (+0,1%, pari a +12mila unità, tra i 15 e i 64 anni) si osserva solo per gli uomini e gli under 50; tra chi ha almeno 50 anni l’inattività diminuisce. Il tasso di inattività si mantiene stabile al 33,0%.
Confrontando il primo trimestre 2024 con il quarto 2023, si registra un aumento del livello di occupazione pari allo 0,2%, per un totale di 56mila occupati.
La crescita dell’occupazione, osservata nel confronto trimestrale, si associa alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-2,1%, pari a -40mila unità) e all’aumento degli inattivi (+0,3%, pari a +40mila unità).
Il numero di occupati a marzo 2024 supera quello di marzo 2023 dell’1,8% (+425mila unità). L’aumento coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età, a eccezione dei 35-49enni per effetto della dinamica demografica negativa: il tasso di occupazione, che nel complesso è in aumento di 1,0 punti percentuali, sale anche in questa classe di età (+0,6 punti) perché la diminuzione del numero di occupati 35-49enni è meno marcata di quella della corrispondente popolazione complessiva.
Rispetto a marzo 2023, calano sia il numero di persone in cerca di lavoro (-7,4%, pari a -148mila unità) sia quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-1,7%, pari a -213mila).
A marzo 2024, i prezzi alla produzione dell’industria diminuiscono dello 0,2% su base mensile e del 9,6% su base annua (era -10,8% a febbraio).
Sul mercato interno i prezzi diminuiscono dello 0,4% rispetto a febbraio e del 12,7% su base annua (da -14,2% del mese precedente). Al netto del comparto energetico, i prezzi crescono in misura modesta (+0,1%) e registrano una flessione tendenziale stazionaria al -2,2%.
Sul mercato estero i prezzi restano invariati su base mensile (+0,1% area euro, -0,2% area non euro) e flettono dell’1,2% su base annua (-2,0% area euro, -0,5% area non euro).
Nel primo trimestre 2024, rispetto al precedente, i prezzi alla produzione dell’industria diminuiscono del 3,4% (-4,8% mercato interno, -0,3% mercato estero).
A marzo 2024, fra le attività manifatturiere, le flessioni tendenziali più ampie riguardano i settori prodotti chimici (-7,5% mercato interno, -8,0% area euro, -4,1% area non euro), metallurgia e fabbricazione dei prodotti in metallo (-5,7% mercato interno, -6,7% area euro, -5,1% area non euro), articoli in gomma e materie plastiche (-3,3% mercato interno e area non euro, -1,9% area euro) e industria del legno della carta e stampa (-2,8% mercato interno, -8,1% area euro, -4,9% area non euro). I rialzi tendenziali più elevati si rilevano nell’area non euro per mezzi di trasporto (+3,2%) e altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine e apparecchiature (+2,9%). Sul mercato interno, la flessione su base annua dei prezzi di attività estrattive (-20,4%) e fornitura di energia elettrica e gas (-34,4%) si conferma marcata.
A marzo 2024 i prezzi alla produzione delle costruzioni per “Edifici residenziali e non residenziali” diminuiscono dello 0,1% su base mensile e dello 0,4% su base annua (era -0,3% a febbraio). Anche i prezzi di “Strade e Ferrovie” diminuiscono dello 0,1% su base mensile; in termini tendenziali, flettono dell’1,1% (da -2,2% del mese precedente).
Secondo le stime preliminari, nel mese di aprile 2024 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,2% su base mensile e dello 0,9% su base annua (da +1,2% del mese precedente).
Il lieve rallentamento del tasso d’inflazione si deve all’ampliarsi su base tendenziale della flessione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da -10,3% a -13,9%) e alla decelerazione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +4,5% a +2,9%), dei Servizi vari (da +2,3% a +1,8%), dei Beni non durevoli (da +2,0% a +1,5%) e dei Beni alimentari non lavorati (da +2,6% a +2,2%); per contro, si registra un’accelerazione dei prezzi dei Tabacchi (da +1,9% a +3,3%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,2% a +3,8%) e dei Beni energetici regolamentati (con inversione di tendenza da -13,8% a +0,8%).
Nel mese di aprile l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, decelera da +2,3% a +2,2% e quella al netto dei soli beni energetici da +2,4% a +2,2%.
La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni registra una flessione leggermente più ampia (da -0,2% a -0,6%) e quella dei servizi è in lieve decelerazione (da +3,0% a +2,9%), determinando un aumento del differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni (+3,5 punti percentuali, dai +3,2 di marzo).
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base tendenziale (da +2,6% a +2,4%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano (da +2,5% di marzo a +2,7%).
L’aumento congiunturale dell’indice generale riflette, per lo più, la crescita dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,6%), dei Tabacchi (+1,3%), dei Servizi relativi ai trasporti (+0,8%) e dei Beni alimentari lavorati (+0,5%). Gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (-8,2%) e non regolamentati (-1,8%).
L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,6% per l’indice generale e a +1,7% per la componente di fondo.
In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta di 0,6% su base mensile, per la fine dei saldi stagionali, di cui il NIC non tiene conto, prolungatisi in parte anche a marzo, e dell’1,0% su base annua (da +1,2% del mese precedente).