
Verena Poloni
Istat: La povertà in Italia - Anno 2023
Nel 2023 sono in condizione di povertà assoluta poco più di 2,2 milioni di famiglie (8,4% sul totale delle famiglie residenti, valore stabile rispetto al 2022) e quasi 5,7 milioni di individui (9,7% sul totale degli individui residenti, come nell’anno precedente).
L’incidenza della povertà assoluta fra le famiglie con almeno uno straniero è pari al 30,4%, si ferma invece al 6,3% per le famiglie composte solamente da italiani.
L’incidenza di povertà relativa familiare, pari al 10,6%, è stabile rispetto al 2022; si contano oltre 2,8 milioni di famiglie sotto la soglia.
In lieve crescita l’incidenza di povertà relativa individuale che arriva al 14,5% dal 14,0% del 2022, coinvolgendo quasi 8,5 milioni di individui.
Nel mese di settembre 2024, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri una diminuzione dello 0,2% su base mensile e una crescita dello 0,7% su base annua dal +1,1% del mese precedente, confermando la stima preliminare.
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Istat: Produzione industriale - agosto 2024
Ad agosto 2024 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale aumenti dello 0,1% rispetto a luglio. Nella media del periodo giugno-agosto si registra un calo del livello della produzione dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti.
L’indice destagionalizzato mensile cresce su base congiunturale per i beni di consumo (+2,8%) e l’energia (+2,3%); diminuiscono invece i beni strumentali (-2,5%) e i beni intermedi (-2,8%).
Al netto degli effetti di calendario, ad agosto 2024 l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 3,2% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 21 contro i 22 di agosto 2023). Flessioni tendenziali caratterizzano quasi tutti i comparti: la riduzione è meno pronunciata per i beni di consumo (-2,0%), più marcata per i beni intermedi (-7,2%) e quelli strumentali (-7,3%); in crescita solo l’energia (+6,0%).
I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali maggiori sono la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+7,9%), la fabbricazione di prodotti chimici (+5,2%) e le altre industrie manifatturiere (+2,5%). Le flessioni maggiori si rilevano nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-14,2%), nella fabbricazione di macchinari e attrezzature (-11,6%) e nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-10,8%).
Banca d'Italia: L'economia italiana in breve – ottobre 2024
Pubblicato il rapporto statistico mensile della Banca d'Italia relativo ai principali indicatori economici italiani con dati aggiornati a settembre 2024.
Istat: Conto economico trimestrale Amministrazioni pubbliche, reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società - II trimestre 2024
Il Conto delle Amministrazioni pubbliche (AP), e le stime relative alle famiglie e alle società presentati in questo comunicato stampa sono parte dei Conti trimestrali dei settori istituzionali. I dati relativi alle AP sono commentati in forma grezza, mentre quelli relativi alle famiglie e alle società in forma destagionalizzata. L’insieme dei dati diffusi in data odierna recepisce la revisione generale dei conti nazionali pubblicata lo scorso 23 settembre 2024 e la integra con la diffusione di serie storiche trimestrali riviste per l’intero periodo.
Nel secondo trimestre 2024 l’indebitamento netto delle AP in rapporto al Pil è stato pari al -3,4% (-5,0% nello stesso trimestre del 2023).
Il saldo primario delle AP (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato positivo, con un’incidenza sul Pil dell’1,1% (-0,8% nel secondo trimestre del 2023).
Il saldo corrente delle AP è stato anch’esso positivo, con un’incidenza sul Pil dell’1,5% (1,3% nel secondo trimestre del 2023).
La pressione fiscale è stata pari al 41,3%, in aumento di 0,7 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dell’1,2%, così come il loro potere d’acquisto.
I consumi sono cresciuti dello 0,4%, con una propensione al risparmio delle famiglie consumatrici del 10,2%, in aumento di 0,8 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.
La quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 42,6%, è diminuita di 1,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.
Il tasso di investimento delle società non finanziarie, pari al 22,2%, è diminuito di 0,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.
Istat: Commercio al dettaglio - agosto 2024
Ad agosto 2024 si stima, per le vendite al dettaglio, una variazione congiunturale negativa sia in valore (-0,5%) sia in volume (-0,4%). Sono stazionarie le vendite dei beni alimentari in valore e in calo quelle in volume (-0,2%) mentre quelle dei beni non alimentari diminuiscono sia in valore sia in volume (rispettivamente -0,7% e -0,5%).
Nel trimestre giugno – agosto 2024, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio sono in aumento in valore (+0,2%) e in flessione in volume (-0,1%); le vendite dei beni alimentari sono in crescita in valore (+0,4%) e non registrano variazioni in volume, invece le vendite dei beni non alimentari registrano un calo sia in valore (-0,1%) sia in volume (-0,2%).
Su base tendenziale, ad agosto 2024, le vendite al dettaglio aumentano dello 0,8% in valore e dello 0,2% in volume. Le vendite dei beni alimentari sono in crescita del 2,1% in valore e dell’1,0% in volume, mentre quelle dei beni non alimentari diminuiscono sia in valore sia in volume (rispettivamente -0,3% e -0,2%).
Per quanto riguarda i beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali eterogenee tra i gruppi di prodotti. L’aumento maggiore riguarda i Prodotti di profumeria, cura della persona (+3,3%), mentre registrano il calo più consistente Utensileria per la casa e ferramenta (-2,1%).
Rispetto ad agosto 2023, il valore delle vendite al dettaglio è in aumento per la grande distribuzione (+3,0%) ed è in diminuzione per le imprese operanti su piccole superfici (-0,9%), le vendite al di fuori dei negozi (-2,0%) e il commercio elettronico (-4,7%).
Istat: Occupati e disoccupati - agosto 2024 (dati provvisori)
Ad agosto 2024, rispetto al mese precedente, crescono occupati e inattivi, a fronte della diminuzione dei disoccupati.
L’occupazione aumenta (+0,2%, pari a +45mila unità) per gli uomini, i dipendenti e in tutte le classi d’età, ad eccezione dei 35-49enni tra i quali diminuisce, così come tra le donne e gli autonomi. Il tasso di occupazione è stabile al 62,3%.
Il numero di persone in cerca di lavoro cala (-2,8%, pari a -46mila unità) per entrambe le componenti di genere e in tutte le classi d’età, ancora una volta con l’eccezione dei 35-49enni. Il tasso di disoccupazione scende al 6,2% (-0,2 punti), quello giovanile al 18,3% (-1,7 punti).
Il numero di inattivi cresce (+0,4%, pari a +44mila unità) tra gli uomini, le donne, i 15-34enni e gli ultra cinquantenni. Il tasso di inattività sale al 33,4% (+0,1 punti).
Il confronto del trimestre giugno-agosto 2024 con quello precedente (marzo-maggio 2024) mostra un incremento nel numero di occupati dello 0,5% (pari a +114mila unità).
La crescita dell’occupazione, osservata nel confronto trimestrale, si associa alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-5,6%, pari a -97mila unità) e all’aumento degli inattivi (+0,6%, pari a +68mila unità).
Il numero di occupati ad agosto 2024 supera quello di agosto 2023 del 2,1% (+494mila unità). L’aumento coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età. Il tasso di occupazione in un anno sale di 0,8 punti percentuali.
Rispetto ad agosto 2023, diminuisce il numero di persone in cerca di lavoro (-18,3%, pari a -355mila unità) mentre cresce quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+0,9%, pari a +106mila).
Secondo le stime preliminari, nel mese di settembre 2024 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, diminuisce dello 0,2% su base mensile e aumenta dello 0,7% su base annua, dal +1,1% del mese precedente.
La decelerazione del tasso d’inflazione si deve principalmente ai prezzi dei Beni energetici, sia regolamentati (da +14,3% a +10,0%) sia non regolamentati (da -8,6% a -11,0%) e, in misura minore, al rallentamento dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,5% a +4,0%) e di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,9% a +2,5%). Tali effetti sono stati solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da -0,5% a +0,3%) e lavorati (da +1,5% a +1,8%).
Nel mese di settembre l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, scende a +1,8% (da +1,9% di agosto) e quella al netto dei soli beni energetici a +1,7% (da +1,8%).
La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni registra una flessione leggermente più ampia (da -0,5% a -0,8%) e quella dei servizi risulta in decelerazione (da +3,2% a +2,8%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si riduce, portandosi a +3,6 punti percentuali (dai +3,7 di agosto).
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona tornano ad accelerare su base tendenziale (da +0,6% a +1,1%), mentre il ritmo di crescita su base annua di quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto si attenua (da +1,1% a +0,6%).
La diminuzione congiunturale dell’indice generale si deve principalmente ai prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-2,1%), dei Beni energetici regolamentati (-1,5%) e dei Beni energetici non regolamentati (-1,1%). Tali effetti sono stati solo in parte compensati dall’incremento dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (+1,4%) e dei Beni durevoli e semidurevoli (+0,3% entrambi).
L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +1,0% per l’indice generale e a +2,1% per la componente di fondo.
In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dell’1,2% su base mensile, per effetto della fine dei saldi estivi di cui il NIC non tiene conto, e dello 0,8% su base annua (in decelerazione da +1,2% di agosto).
Istat: Conti economici nazionali (Anno 2023)
Si presentano le stime relative alla revisione generale dei Conti Economici Nazionali, concordata in sede europea, che introduce innovazioni e miglioramenti di metodi e di fonti. Le serie storiche ricostruite dal 1995 sono rese disponibili sulla banca dati IstatData.
Nel 2023 il Pil ai prezzi di mercato risulta pari a 2.128.001 milioni di euro correnti, con una revisione al rialzo di 42.625 milioni rispetto alla stima di marzo scorso. Per il 2022 il livello del Pil risulta rivisto verso l’alto di 34.209 milioni di euro. Per il 2021 la revisione al rialzo è stata di 20.572 milioni di euro.
Nel 2023 il tasso di variazione del Pil in volume è pari a 0,7%, al ribasso di 0,2 punti percentuali rispetto alla stima del marzo scorso. Sulla base dei nuovi dati, nel 2022 il Pil in volume è aumentato del 4,7%, al rialzo di 0,7 punti percentuali, nel 2021 è cresciuto dell’8,9%, con una revisione di +0,6 punti percentuali.
Nel 2023 gli investimenti fissi lordi sono aumentati in volume dell’8,5%, i consumi finali nazionali dell’1,2%, le esportazioni di beni e servizi dello 0,8% mentre le importazioni sono scese dello 0,4%.
Il valore aggiunto in volume nel 2023 è diminuito dell’1,6% nell’industria in senso stretto e del 3,5% nel settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, mentre è aumentato del 6,7% nelle costruzioni e dell’1,1% nei servizi.
L’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil nel 2023 è pari a -7,2% (-8,1% nel 2022), migliorato rispetto alla stima pubblicata ad aprile. Il saldo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) è pari a -3,5% del Pil.
Istat: Prezzi delle abitazioni - 2° trimestre 2024 (provvisorio)
Secondo le stime preliminari, nel secondo trimestre 2024 l’indice dei prezzi delle abitazioni (IPAB) acquistate dalle famiglie, per fini abitativi o per investimento, aumenta del 3,2% rispetto al trimestre precedente e del 2,9% nei confronti dello stesso periodo del 2023 (era +1,6% nel primo trimestre 2024).
La crescita tendenziale dell’IPAB si deve soprattutto ai prezzi delle abitazioni nuove che aumentano dell’8,1% (in forte accelerazione rispetto al +5,3% del trimestre precedente) e, in misura più contenuta, a quelli delle esistenti che salgono dell’1,9% (in rafforzamento rispetto al +0,8% del primo trimestre).
Questi andamenti si manifestano in un contesto di lieve ripresa dei volumi di compravendita (+1,2% la variazione tendenziale registrata nel secondo trimestre 2024 dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate per il settore residenziale, dopo il -7,2% del trimestre precedente).
Anche su base congiunturale, la dinamica di aumento dell’IPAB (+3,2%) è imputabile sia ai prezzi delle abitazioni nuove sia a quelli delle esistenti, in crescita rispettivamente del 4,8% e del 2,9%.
Il tasso di variazione acquisito dell’IPAB per il 2024 è pari a +2,7% (+5,6% per le abitazioni nuove e +2,0% per quelle esistenti).
In tutte le ripartizioni geografiche si registra una crescita dei prezzi delle abitazioni sia su base congiunturale sia su base annua. Su base tendenziale si evidenziano ovunque tassi di incremento positivi e in accelerazione rispetto al trimestre precedente: la crescita più alta si registra nel Sud e Isole con un +3,9%, trainata dai prezzi delle abitazioni nuove che registrano un aumento del 9,5%. Seguono il Nord-Est (da +1,6% a +3,7%), il Nord-Ovest (da +1,9% a +2,5%) e il Centro (da +0,6% a +2,2%).
I prezzi delle abitazioni sono in crescita in tutte le città per le quali viene diffuso l’IPAB. A Milano si registra un aumento, su base annua, del 4,7%, in decelerazione rispetto al trimestre precedente (era +5,3%). Seguono Roma, dove si evidenzia un rialzo tendenziale del +1,6% (era -0,8% nel trimestre precedente) e Torino che fa segnare la crescita più contenuta, pari allo 0,3%, ma in accelerazione dal -0,7% del trimestre precedente.