Verena Poloni

Verena Poloni

A gennaio 2025, rispetto al mese precedente, la crescita degli occupati si associa alla diminuzione dei disoccupati e degli inattivi.

L’aumento dell’occupazione (+0,6%, pari a +145mila unità) riguarda gli uomini e le donne, i dipendenti e gli autonomi, tutte le classi d’età ad eccezione dei 35-49enni tra i quali il numero di occupati diminuisce. Il tasso di occupazione sale al 62,8% (+0,4 punti).

Il calo delle persone in cerca di lavoro (-0,6%, pari a -9mila unità) interessa gli uomini e tutte le classi d’età, con l’eccezione dei 25-34enni per i quali il numero di disoccupati cresce; tra le donne il valore rimane stabile. Il tasso di disoccupazione scende al 6,3% (-0,1 punti), quello giovanile al 18,7% (-0,3 punti).

La diminuzione degli inattivi (-1,2%, pari a -146mila unità) coinvolge entrambi i generi, i minori di 35 anni e chi ha almeno 50 anni d’età, mentre si registra un aumento tra i 35-49enni. Il tasso di inattività cala al 32,9% (-0,4 punti).

Confrontando il trimestre novembre 2024-gennaio 2025 con quello precedente (agosto-ottobre 2024), si registra un aumento di 85mila occupati (+0,4%).

La crescita dell’occupazione, osservata nel confronto trimestrale, si associa all’aumento delle persone in cerca di lavoro (+1,4%, pari a +22mila unità) e alla diminuzione degli inattivi (-0,8%, pari a -99mila unità).

A gennaio 2025, il numero di occupati supera quello di gennaio 2024 del 2,2% (+513mila unità); l’aumento riguarda gli uomini, le donne, i 25-34enni e chi ha almeno 50 anni d’età, mentre per i 15-24enni e i 35-49enni si osserva una diminuzione. Il tasso di occupazione, in un anno, sale di 1,0 punti percentuali.

Rispetto a gennaio 2024, diminuisce sia il numero di persone in cerca di lavoro (-10,7%, pari a -194mila unità) sia quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-1,3%, pari a -158mila).

Testo integrale e nota metodologica

Nel 2024 il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 2.192.182 milioni di euro correnti, con un aumento del 2,9% rispetto all’anno precedente. In volume il Pil è cresciuto dello 0,7%.

Dal lato della domanda interna nel 2024 si registra, in termini di volume, un incremento dello 0,5% degli investimenti fissi lordi e dello 0,6% dei consumi finali nazionali. Per quel che riguarda i flussi con l’estero, le importazioni di beni e servizi sono scese dello 0,7% e le esportazioni sono cresciute dello 0,4%.

La domanda nazionale al netto delle scorte e la domanda estera netta hanno contribuito positivamente alla dinamica del Pil, rispettivamente per +0,5 e +0,4 punti percentuali, mentre l’apporto della variazione delle scorte è stato negativo per -0,1 punti.

Il valore aggiunto ha registrato aumenti in volume del 2,0% nell’agricoltura, silvicoltura e pesca, dell’1,2% nelle costruzioni e dello 0,6% nelle attività dei servizi. Si rileva una contrazione dello 0,1% nell’industria in senso strettoL’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche (AP), misurato in rapporto al Pil, è stato pari a -3,4%, a fronte del -7,2 % nel 2023

L’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche (AP), misurato in rapporto al Pil, è stato pari a -3,4%, a fronte del -7,2 % nel 2023.

Il saldo primario (indebitamento netto meno spesa per interessi) misurato in rapporto al Pil, è stato pari a +0,4% (-3,6% nel 2023).

PIL e le sue componenti

Nel 2024 l’insieme delle risorse disponibili è aumentato in volume dello 0,4% rispetto all’anno precedente. Dal lato degli impieghi i consumi finali nazionali sono cresciuti dello 0,6%, gli investimenti fissi lordi dello 0,5% e le esportazioni di beni e servizi dello 0,4% (Tavola 4 dell’allegato statistico). La crescita del Pil è stata accompagnata da un decremento delle importazioni di beni e servizi dello 0,7%

Il contributo alla variazione del Pil della domanda nazionale al netto delle scorte è risultato positivo (+0,5 punti percentuali). In particolare hanno fornito un apporto positivo di +0,2 punti la spesa delle famiglie residenti e ISP, di +0,2 punti la spesa delle AP, di +0,1 punti gli investimenti fissi lordi e oggetti di valore. Il contributo della domanda estera netta è stato di +0,4 punti percentuali; quello della variazione delle scorte è stato negativo per -0,1 punti percentuali.

Nel 2024 il deflatore del Pil (Tavola 5 dell’allegato statistico) è aumentato del 2,1%, con un incremento dell’1,4% per la spesa delle famiglie residenti e un calo dello 0,2% per gli investimenti fissi lordi. Nel 2024 si è registrato un miglioramento nella ragione di scambio con l’estero, quale risultante di un’invarianza del deflatore delle esportazioni di beni e servizi a fronte di un calo del deflatore delle importazioni (-1,8%).

La domanda interna

Nel 2024 la spesa per consumi finali delle famiglie residenti è cresciuta in volume dello 0,4% (+0,3% nel 2023) (Tav.4 dell’allegato statistico). Sul territorio economico, la spesa per consumi di servizi è aumentata dello 0,4%, quella per beni dello 0,6%. Gli incrementi più significativi, in volume, si rilevano nelle seguenti funzioni di consumo: spese per trasporti (+3,5%), per informazione e comunicazioni (+3,6%) e per alberghi e ristoranti (+2,0%). Si registrano variazioni particolarmente negative nelle spese per vestiario e calzature (-3,6%) e per servizi sanitari (-3,7%).

La spesa delle Amministrazioni pubbliche è cresciuta dell’1,1%, mentre quella delle Istituzioni sociali private (ISP) del 2,1% (Tavola 4 dell’allegato statistico). Gli investimenti fissi lordi hanno segnato una crescita dello 0,5% (+9,0% nel 2023), con aumenti del 2,0% degli investimenti in costruzioni e del 2,6% in prodotti della proprietà intellettuale. Si sono registrati cali dell’1,8% per i macchinari e attrezzature e del 6,3% per i mezzi di trasporto.

Testo integrale e nota metodologica

Secondo le stime preliminari, nel mese di febbraio 2025 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,2% su gennaio e dell’1,7% su febbraio 2024, dal +1,5% del mese precedente.

La dinamica tendenziale dell’indice generale risente dell’accelerazione dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +27,5% a +31,5%), del marcato ridimensionamento della flessione di quelli dei Beni energetici non regolamentati (da -3,0% a -1,9%) e dell’aumento del ritmo di crescita dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da +2,2% a +2,9%) e lavorati (da +1,7% a +2,2%). Di contro, si assiste a una decelerazione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,5% a +1,9%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,3% a +3,0%) e di quelli dei Servizi relativi alle comunicazioni (da +1,1% a +0,5%).

Nel mese di febbraio l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, resta ancora stabile (a +1,8% come nel mese precedente), così come quella al netto dei soli beni energetici (a +1,8%).

La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni evidenzia una nuova accelerazione (da +0,7% a +1,2%), mentre quella dei servizi rallenta (da +2,6% a +2,4%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si riduce, arrivando a +1,2 punti percentuali (dai +1,9 di gennaio 2025).

Il tasso tendenziale di variazione dei prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumenta (da +1,7% a +2,2%), mentre quello dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto resta stabile a +2,0%.

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente ai prezzi degli Energetici regolamentati (+0,9%) e non regolamentati (+0,7%), dei Beni non durevoli (+0,4%), degli Alimentari lavorati (+0,3%) e dei Tabacchi (+2,5% anche per l’aumento delle accise); gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-0,2%).

L’inflazione acquisita per il 2025 sale a +1,2% per l’indice generale e a +0,7% per la componente di fondo.

In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra una variazione pari a +0,1% su base mensile e di +1,7% su base annua (come nel mese di gennaio 2025).

Testo integrale e nota metodologica

Secondo l'indagine condotta presso un campione di 1.488 agenti immobiliari dal 7 gennaio al 6 febbraio del 2025, nel IV trimestre del 2024 si sono rafforzati i segnali di rialzo dei prezzi delle abitazioni pur restando prevalenti i giudizi di stabilità . La quota di operatori che hanno venduto almeno un'abitazione nel trimestre è la più elevata dall'inizio della serie storica. Il numero di transazioni intermediate è aumentato rispetto al periodo corrispondente del 2023. Lo sconto medio rispetto alle richieste iniziali del venditore è rimasto vicino ai minimi storici e i tempi di vendita si confermano molto contenuti .

Alle pressioni al rialzo sui prezzi ha contribuito principalmente la ripresa della domanda: i giudizi sul numero dei potenziali acquirenti sono significativamente migliorati rispetto allo scorso anno. Per contro, l'offerta rimane debole. A sostenere la domanda ha contribuito un migliore accesso al credito: la quota di operatori che segnalano difficoltà nell'ottenimento del mutuo tra le cause prevalenti di cessazione dell'incarico a vendere si è ridotta per il quinto trimestre consecutivo.

I giudizi sui canoni di locazione sono sui livelli massimi dall'avvio dell'indagine: le pressioni al rialzo sui canoni sono sostenute da una domanda robusta a fronte di un'offerta di immobili che rimane bassa, anche per la preferenza dei proprietari per le locazioni brevi (con durata inferiore a 30 giorni). Secondo le valutazioni degli agenti, tale preferenza influenzerebbe anche le compravendite.

Le attese sul mercato nazionale e su quello proprio di riferimento, sia per il trimestre in cui si è svolta la rilevazione sia su un orizzonte biennale, sono nuovamente migliorate rispetto al periodo corrispondente del 2023. Per quanto riguarda le prospettive sui prezzi nel trimestre in corso, il saldo tra le percentuali di risposte "in aumento" e "in diminuzione" è ulteriormente aumentato.

1510: il Numero Unico Istat per i rispondenti

E' attivo il 1510, il Numero Unico per i servizi di pubblica utilità assegnato dall’AGCOM all’Istat.

Facile, riconoscibile, sicuro e trasparente, il 1510 è il numero usato dall’Istat per chiamare cittadini, imprese e istituzioni che rispondono alle rilevazioni statistiche, ma è anche il numero che i rispondenti stessi possono chiamare per ricevere supporto dall’Istat, attraverso le funzionalità dell’IVR (Interactive Voice Response).

Con il 1510, l’Istat migliora l’accessibilità e l’efficienza dei suoi servizi ai rispondenti, garantendo un’esperienza semplice, sicura e trasparente.

Nel mese di gennaio 2025, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,6% rispetto a dicembre 2024 e dell’1,5% rispetto a gennaio 2024 (da +1,3% del mese precedente), confermando la stima preliminare.

Consulta il Testo integrale e nota metodologica

20 Febbraio 2025

Maristella Pesce

La Dott.ssa Maristella Pesce è il Dirigente del Settore Organizzazione e Risorse Umane.

Il Settore svolge le seguenti funzioni:

1. Gestione della struttura organizzativa dell’Ente a supporto della Direzione Generale ed i servizi di staff, secondo le esigenze normative, tecnologiche e culturali
2. Pianificazione, programmazione ed attuazione del piano di fabbisogno di personale dell’ente in coerenza agli atti di programmazione economica e finanziaria dell’Ente
3. Assistenza tecnica amministrativa agli enti locali del territorio provinciale in materia di reclutamento del personale
4. Gestione del rapporto di lavoro e della vita lavorativa del personale dipendente
5. Relazioni sindacali
6. Trattamento giuridico ed economico degli amministratori provinciali
7. Promozione delle pari opportunità nel territorio provinciale
8. Promozione dei servizi rivolti ai giovani
9. Promozione dell’orientamento al lavoro. in collaborazione con le istituzioni scolastiche

Uffici di riferimento:

• U.O. “Concorsi unici e valorizzazione risorse umane”
◦ Ufficio “Reclutamento e concorsi unici”
◦ Ufficio “Formazione e tirocinio”
• Ufficio “Trattamento economico”
• Ufficio “Trattamento giuridico e sorveglianza sanitaria”
• Ufficio “Previdenza”
• Ufficio “Consigliera di parità”
• Ufficio “Pari opportunità e politiche giovanili”

A dicembre 2024 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisca del 3,1% rispetto a novembre. Nella media del quarto trimestre il livello della produzione si riduce dell’1,2% rispetto ai tre mesi precedenti.

L’indice destagionalizzato mensile cresce su base congiunturale solo per l’energia (+0,9%); mentre cala per i beni strumentali, i beni di consumo (-3,3% per entrambi i settori) e i beni intermedi (-3,6%).

Al netto degli effetti di calendario, a dicembre 2024 l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 7,1% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 20 contro i 18 di dicembre 2023). Si registra una crescita esclusivamente per l’energia (+5,5%); al contrario, marcate diminuzioni contraddistinguono i beni strumentali (-10,7%), i beni intermedi (-9,5%) e i beni di consumo (-7,3%).

Gli unici settori di attività economica che registrano a dicembre incrementi tendenziali sono l’attività estrattiva (+17,4%) e la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+5,0%). Flessioni particolarmente marcate si rilevano, invece, nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-23,6%), nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-18,3%) e nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-14,6%).

Testo integrale e nota metodologica

Pubblicato il rapporto statistico mensile della Banca d'Italia relativo ai principali indicatori economici italiani con dati aggiornati a gennaio 2025.

 

A dicembre 2024 si stima, per le vendite al dettaglio, una variazione congiunturale positiva sia in valore (+0,6%) sia in volume (+0,8%). Sono in crescita sia le vendite dei beni alimentari (rispettivamente +0,6% in valore e +0,7% in volume) sia quelle dei beni non alimentari (+0,8% in valore e +0,9% in volume).

Nell’ultimo trimestre del 2024, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio aumentano dello 0,3% in valore e calano dello 0,2% in volume. Le vendite dei beni alimentari aumentano in valore (+0,5%) e diminuiscono in volume (-0,6%), mentre quelle dei beni non alimentari sono stazionarie in valore e registrano un lieve aumento in volume (+0,1%).

Su base tendenziale, a dicembre 2024, le vendite al dettaglio aumentano dello 0,6% in valore e dello 0,1% in volume. Le vendite dei beni alimentari sono in crescita dello 0,7% in valore e calano dell’1,5% in volume, mentre quelle dei beni non alimentari crescono sia in valore sia in volume (rispettivamente +0,6% +1,1%).

Per quanto riguarda i beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali eterogenee tra i gruppi di prodotti. L’aumento maggiore riguarda Prodotti di profumeria, cura della persona (+4,8%), mentre registrano il calo più consistente i Prodotti farmaceutici (-1,8%).

Rispetto a dicembre 2023, il valore delle vendite al dettaglio è in aumento per la grande distribuzione (+1,9%) e il commercio elettronico (+7,0%), mentre si registra un calo per le vendite delle imprese operanti su piccole superfici (-1,5%) e le vendite al di fuori dei negozi (-1,7%).

Testo integrale e nota informativa

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È consentito l’accesso al Parco del complesso di Sant’Artemio e al Parco della Storga nei giorni feriali dalle ore 7.00 alle ore 19.00 e nei giorni di sabato, domenica e festivi dalle ore 8.00 alle ore 18.00.

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