
Verena Poloni
Istat: Stima preliminare del Pil - IV trimestre 2024
Nel quarto trimestre del 2024 si stima che il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2020, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia rimasto stazionario rispetto al trimestre precedente e sia cresciuto dello 0,5% in termini tendenziali.
Il quarto trimestre del 2024 ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e due giornate lavorative in più rispetto al quarto trimestre del 2023.
La variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, di un aumento in quello dell’industria e di una diminuzione in quello dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto positivo della componente estera netta.
Nel 2024 il Pil, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,5% rispetto al 2023 (nel 2024 vi sono state quattro giornate lavorative in più del 2023). Si sottolinea che i risultati dei conti nazionali annuali per il 2024 saranno diffusi il prossimo 3 marzo, mentre quelli trimestrali coerenti con i nuovi dati annuali verranno presentati il 5 marzo.
La variazione acquisita per il 2025, sulla base delle stime oggi diffuse, risulta nulla.
A novembre 2024 si stima una crescita congiunturale più ampia per le esportazioni (+1,4%) rispetto alle importazioni (+0,4%). L’aumento su base mensile dell’export è sintesi di un marcato incremento per l’area extra-Ue (+6,1%) e di una riduzione per l’area Ue (-2,9%).
Nel trimestre settembre-novembre 2024, rispetto al precedente, l’export cresce dello 0,7%, l’import dell’1,5%.
A novembre 2024 l’export diminuisce su base annua del 2,7% in valore e del 5,9% in volume. La flessione delle esportazioni in termini monetari è sintesi di una marcata contrazione per i mercati Ue (-6,0%) e di una moderata crescita per quelli extra Ue (+0,9%). L’import registra una diminuzione tendenziale del 3,2% in valore, determinata dall’ampia riduzione degli acquisti dall’area Ue (-6,4%), mentre crescono quelli dall’area extra-Ue (+1,4%); in volume, le importazioni si riducono del 2,4%.
Tra i settori che più contribuiscono alla flessione tendenziale dell’export si segnalano: autoveicoli (-32,8%), macchinari e apparecchi non classificati altrove (n.c.a.) (-8,5%), coke e prodotti petroliferi raffinati (-20,8%), e articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (-13,1%). Crescono su base annua le esportazioni di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+17,9%), articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, preziosi, strumenti medici e altri prodotti n.c.a. (+24,3%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+3,0%).
Su base annua, i paesi che forniscono i contributi maggiori alla flessione dell’export nazionale sono: Stati Uniti (-11,0%), Germania (-7,5%), Cina (-19,2%), Austria (-20,9%), Francia (-4,5%), Polonia (-9,9%) e Belgio (-8,6%). All’opposto, Turchia (+38,7%), paesi OPEC (+19,3%) e Regno Unito (+12,9%) forniscono i contributi positivi più ampi.
Nei primi undici mesi del 2024, l’export registra una lieve flessione su base annua (-0,7%): a contribuire sono in particolare le minori vendite di autoveicoli (-16,4%), coke e prodotti petroliferi raffinati (-15,9%), mezzi di trasporto, esclusi autoveicoli (-6,7%),metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-3,8%) e articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (-8,3%). Per contro, rilevanti apporti positivi provengono dalle maggiori vendite di articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, preziosi, strumenti medici e altri prodotti n.c.a. (+20,1%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+7,8%) e articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+7,6%).
Il saldo commerciale a novembre 2024 è pari a +4.218 milioni di euro (era +4.053 milioni nello stesso mese del 2023). Il deficit energetico (-4.058 milioni) è inferiore rispetto a un anno prima (-4.974 milioni). L’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici si riduce da 9.027 milioni di novembre 2023 a 8.276 milioni di novembre 2024.
Nel mese di novembre 2024 i prezzi all’importazione aumentano dello 0,2% su base mensile e flettono dell’1,4% su base annua (era -1,5% a ottobre).
Nel mese di dicembre 2024, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,1% su novembre e dell’1,3% su dicembre 2023, come nel mese precedente, confermando la stima preliminare.
Tra le trenta città capoluogo di regione, provincia autonoma e grandi comuni, Bologna, con una variazione tendenziale di +1,5%, come riportato nel comunicato stesso, si colloca al nono posto della graduatoria decrescente delle città.
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Istat: Nota mensile n. 11-12/2024
Le prospettive dell’economia mondiale per il 2025 si confermano positive, con una riduzione dei differenziali di crescita tra Usa e area euro. Permane un’elevata incertezza, generata dalle persistenti tensioni geopolitiche e dalle attese sull’indirizzo che verrà adottato dalla politica commerciale statunitense.
In Italia, l’indice della produzione industriale, a novembre, ha mostrato il secondo incremento congiunturale consecutivo, accelerando lievemente rispetto al mese precedente. La crescita ha interessato tutti i principali settori, eccetto i beni strumentali. La dinamica congiunturale dell’indice su base trimestrale mobile rimane comunque negativa.
Nei primi dieci mesi del 2024 le esportazioni in valore sono in lieve calo a seguito di una riduzione dei volumi esportati più ampia dell’aumento dei valori medi unitari. Nello stesso periodo è in forte miglioramento il saldo commerciale (oltre 45 miliardi di euro).
A novembre, rispetto a ottobre, diminuiscono gli occupati e i disoccupati e cresce il numero di inattivi. Il tasso di disoccupazione dell’Italia (5,7%) risulta inferiore a quello dell’area euro (6,3%).
Il calo dell’occupazione è la sintesi di effetti eterogenei: si riducono gli uomini, i dipendenti a termine e i 15-34enni mentre crescono le donne, i dipendenti permanenti e chi ha almeno 35 anni di età. Rispetto al trimestre precedente si registra un incremento di occupati dello 0,2% (+49mila unità).
L’inflazione in Italia rimane inferiore alla media dell’area euro. A dicembre l’indice armonizzato (IPCA) è cresciuto su base annua dell’1,4%. In netto calo il tasso medio annuo (+1,0%) rispetto al 2023 (+5,7%).
Nel terzo trimestre del 2024 prosegue, seppur a ritmi più moderati, la ripresa del potere d’acquisto delle famiglie (+0,4%, rispetto al +1,1% del secondo trimestre). Più dinamica la crescita congiunturale dei consumi finali, sostenuti anche da una riduzione della propensione al risparmio.
Peggiora la fiducia dei consumatori a dicembre per il terzo mese di seguito mentre, dopo due cali consecutivi, torna a crescere quella delle imprese, trainata dal comparto dei servizi di mercato.
Istat: Produzione industriale - novembre 2024
A novembre 2024 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale aumenti dello 0,3% rispetto a ottobre. Nella media del trimestre settembre-novembre il livello della produzione diminuisce dello 0,4% rispetto ai tre mesi precedenti.
L’indice destagionalizzato mensile mostra aumenti congiunturali per l’energia (+1,6%), i beni di consumo (+0,9%) e i beni intermedi (+0,3%); viceversa, si osserva una flessione per i beni strumentali (-0,6%).
Al netto degli effetti di calendario, a novembre 2024 l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali dell’1,5% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 20 contro i 21 di novembre 2023). Si registrano incrementi tendenziali per l’energia (+4,3%) e i beni di consumo (+2,6%); si osserva, invece, una diminuzione per i beni intermedi (-2,5%) e i beni strumentali (-4,9%).
I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali più elevati sono la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+7,6%), la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+5,1%) e le industrie alimentari, bevande, tabacco (+4,5%). Le flessioni maggiori si rilevano nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-15,5%), nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-13,8%) e nella fabbricazione di macchinari e attrezzature (-6,2%).
Banca d'Italia: L'economia italiana in breve – gennaio 2025
Pubblicato il rapporto statistico mensile della Banca d'Italia relativo ai principali indicatori economici italiani con dati aggiornati a dicembre 2024.
Istat: Commercio al dettaglio - novembre 2024
A novembre 2024 si stima, per le vendite al dettaglio, una variazione congiunturale negativa sia in valore (-0,4%) sia in volume (-0,6%). Sono in diminuzione sia le vendite dei beni alimentari (rispettivamente -0,1% in valore e -0,6% in volume) sia quelle dei beni non alimentari (-0,7% in valore e in volume).
Nel trimestre settembre-novembre del 2024, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio aumentano dello 0,6% in valore e dello 0,3% in volume. Si registrano andamenti analoghi sia per le vendite dei beni alimentari (+1,3% in valore e +0,1% in volume), sia per quelle dei beni non alimentari (+0,4% in valore e +0,3% in volume).
Su base tendenziale, a novembre 2024, le vendite al dettaglio aumentano dell’1,1% in valore e diminuiscono dello 0,2% in volume. Le vendite dei beni alimentari sono in crescita del 2,8% in valore e calano dello 0,2% in volume, mentre quelle dei beni non alimentari subiscono una variazione negativa sia in valore sia in volume (-0,1% in valore e -0,2% in volume).
Per quanto riguarda i beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali eterogenee tra i gruppi di prodotti. L’aumento maggiore riguarda Prodotti di profumeria, cura della persona (+4,1%), mentre registrano il calo più consistente Dotazioni per l’informatica, telecomunicazione, telefonia (-2,8%) e Calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-2,7%).
Rispetto a novembre 2023, il valore delle vendite al dettaglio è in aumento per la grande distribuzione (+3,8%), mentre si registra un calo per le vendite delle imprese operanti su piccole superfici (-0,9%), le vendite al di fuori dei negozi (-3,9%) e il commercio elettronico (-3,3%).
Secondo le stime preliminari, nel mese di dicembre 2024 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,1% su base mensile e dell’1,3% su base annua, come nel mese precedente.
In media, nel 2024 i prezzi al consumo registrano una crescita dell’1,0% (+5,7% nel 2023). Al netto degli energetici e degli alimentari freschi (l’“inflazione di fondo”), i prezzi al consumo crescono del 2,0% (+5,1% nell’anno precedente) e al netto dei soli energetici del 2,1% (+5,3% nel 2023).
La stabilità dell’inflazione sottende andamenti contrapposti di diversi aggregati di spesa: in rallentamento risultano principalmente i prezzi degli Alimentari non lavorati (da +3,8% a +2,5%), dei Beni durevoli (la cui flessione passa da -1,3% a -1,9%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,7% a +3,1%); per contro, accelerano i prezzi degli Energetici regolamentati (da +7,4% a +11,9%) e si attenua ancora il calo di quelli degli Energetici non regolamentati (da -6,6% a -4,2%).
Nel mese di dicembre l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, decelera (da +1,9% a +1,8%), come anche quella al netto dei soli beni energetici (da +2,0% a +1,7%).
Il ritmo di crescita su base annua dei prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona si attenua (da +2,3% a +1,9%), mentre si accresce quello dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +1,6% a +1,8%).
L’aumento congiunturale dell’indice generale riflette, per lo più, la crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+1,4%), degli Energetici regolamentati (+0,8%), dei Beni non durevoli (+0,4%), degli Energetici non regolamentati e dei Servizi relativi all’abitazione (+0,3% entrambi). Gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi di altri aggregati tra cui quello degli Alimentari non lavorati (-0,6%).
In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra una variazione su base mensile pari a +0,1% e una del +1,4% su base annua (in decelerazione da +1,5% di novembre). Nella media del 2024, la variazione tendenziale dell’indice armonizzato è pari a +1,1% (+5,9% nel 2023).
Istat: Occupati e disoccupati - novembre 2024 (dati provvisori)
A novembre 2024, rispetto al mese precedente, diminuiscono gli occupati e i disoccupati, mentre cresce il numero di inattivi.
Il calo dell’occupazione (-0,1%, pari a -13mila unità) coinvolge gli uomini, i dipendenti a termine e i 15-34enni; l’occupazione è invece in crescita tra le donne, i dipendenti permanenti e chi ha almeno 35 anni di età, rimanendo sostanzialmente stabile tra gli autonomi. Il tasso di occupazione risulta invariato al 62,4%.
Il numero di persone in cerca di lavoro diminuisce (-1,6%, pari a -24mila unità) per le donne e i 25-49enni, mentre aumenta nelle altre classi di età e, seppur lievemente, anche tra gli uomini. Il tasso di disoccupazione scende al 5,7% (-0,1 punti), quello giovanile sale al 19,2% (+1,4 punti).
Il numero di inattivi aumenta (+0,2%, pari a +23mila unità) per gli uomini e gli under35, diminuisce nelle altre classi d’età ed è sostanzialmente stabile tra le donne. Il tasso di inattività sale al 33,7% (+0,1 punti).
Confrontando il trimestre settembre-novembre 2024 con quello precedente (giugno-agosto), si registra un incremento nel numero di occupati dello 0,2% (+49mila unità).
La crescita dell’occupazione, osservata nel confronto trimestrale, si associa alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-8,4%, pari a -136mila unità) e all’aumento degli inattivi (+0,9%, pari a +115mila unità).
A novembre 2024, il numero di occupati supera quello di novembre 2023 dell’1,4% (+328mila unità); l’aumento coinvolge gli uomini, le donne e chi ha almeno 35 anni di età, mentre per i 15-34enni si registra una diminuzione. Il tasso di occupazione in un anno sale di 0,5 punti percentuali.
Rispetto a novembre 2023, diminuisce il numero di persone in cerca di lavoro (-23,9%, pari a -459mila unità) e cresce quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+2,6%, pari a +323mila).
Istat: Prezzi delle abitazioni - 3° trimestre 2023 (provvisorio)
Secondo le stime preliminari, nel terzo trimestre 2024 l’indice dei prezzi delle abitazioni (IPAB) acquistate dalle famiglie per fini abitativi o per investimento aumenta dello 0,8% rispetto al trimestre precedente e del 3,9% nei confronti dello stesso periodo del 2023 (era +2,9% nel secondo trimestre 2024).
La crescita tendenziale dell’IPAB è da attribuirsi sia ai prezzi delle abitazioni nuove che aumentano dell’8,8% (in accelerazione rispetto al +8,1% del trimestre precedente), sia ai prezzi delle abitazioni esistenti che salgono del 2,8%, anch’essi in accelerazione rispetto al secondo trimestre (+1,8%).
Questi andamenti si registrano in un contesto di crescita dei volumi di compravendita (+2,7% la variazione tendenziale registrata nel terzo trimestre 2024 dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate per il settore residenziale, da +1,2% del trimestre precedente).
Anche su base congiunturale, l’aumento dell’IPAB (+0,8%) è imputabile sia ai prezzi delle abitazioni nuove sia a quelli delle esistenti, in crescita rispettivamente del 2,2% e dello 0,6%.
In media, nei primi tre trimestri del 2024 i prezzi delle abitazioni aumentano del 2,8% rispetto allo stesso periodo del 2023, con quelli delle abitazioni nuove che registrano un +7,4% e quelli delle abitazioni esistenti che crescono dell’1,8%.
Il tasso di variazione acquisito dell’IPAB per il 2024 è pari a +3,1% (+6,8% per le abitazioni nuove e +2,3% per le abitazioni esistenti).